Da un po’ di tempo a questa parte sto vivendo una crisi di idee. Tutto ciò in cui credo è messo costantemente sotto accusa, i valori e gli ideali che ho sempre sentito profondamente radicati dentro di me cominciano a “scricchiolare”, la pressione della cultura massificata sta diventando insopportabile e mi scopro a pensare positivamente su cose che prima ritenevo assurde o sbagliate. Fino a poco tempo fa, resistevo bene a influenze esterne, dai mass-media alle chiacchiere da bar, mi informavo sempre e tentavo di avere un’idea mia al netto di quelle che gli altri mi presentavano; ma ultimamente sta diventando davvero più difficile, mi scopro meno elastico, meno tollerante, meno “liberale” in senso morale e di più in senso economico, più egoista, più insofferente, più arrogante. Faccio persino strambe valutazioni moralistiche sul fatto che “la gente” non merita una vita diversa, non merita un mondo migliore, perché è marcia e rovina sempre tutto, quindi non ha diritto a una società più giusta. Qualche volta ho persino ammirato lo spietato sistema americano. In parte sarà l’età (34, un matusalemme), con le sue disillusioni e le sue batoste, però credo che sia anche la pressione dell’opinione pubblica, della mentalità egoista, conservatrice e malata di semplicismo con cui si ha a che fare ogni giorno. Non esistono più alternative perché non ci si crede più, quindi si smette di parlarne, di immaginarne la possibilità. Le idee cedono lentamente il passo al pensiero unico, questa figura inquietante in cui tutto si risolve, l’accettazione passiva, unilaterale dello status quo. La condanna delle alternative, da quelle concretamente realizzabili a quelle solo immaginate, è pressoché totale: “cosa credi”, dicono i sicofanti del capitalismo, “che in un altro sistema economico avresti la scelta e i vantaggi che hai in questo? Credi che vivresti e godresti dell’abbondanza in cui ora, senza vergogna alcuna, vi pascete tu e i tuoi cari? Guarda Cuba, guarda la Libia di Gheddafi, guarda anche i paesi dell’est che si sono aggregati all’occidente: le differenze tra la tua situazione e la loro è la risposta che non vuoi vedere. Perderesti tutto, il tuo stile di vita, la tua libertà, il tuo benessere, per cosa? Per un ideale vecchio e fallimentare, per una mentalità rovesciata che pone la collettività al posto dell’individuo, per un malinteso senso di solidarietà che cozza con il naturale egoismo dell’uomo, tutte cose che non hanno portato altro che sofferenza, povertà e morte. Lascia perdere! Molla questa inutile zavorra idealistica adolescenziale, guarda quante cose puoi avere grazie al libero scambio! Ti piacciono tutte le cose di cui è piena la tua casa, vero? Ti piace giocare con giocattoli sempre nuovi, vero? Non rinunciarci! Pensa a fare soldi, solo così sosterrai la tua stessa felicità”… e le trombe dei sicofanti sono alte e forti, ti stonano e ti invadono il cervello. Io non sono d’accordo, ma non ho più la forza intellettuale di contrbattere. La persuasione, l’abilità di costringerti a pensare che in fondo hanno ragione i tuoi avversari, insieme all’inutilità del dibattito, che spegne il pensiero critico perché nessuno sta lì a indicarti un punto di vista diverso: questa è la forza del pensiero unico. Ora come ora, un altro mondo è impossibile.
Ciononostante, buon 2014 a tutti.