Questo video è stato preparato subito dopo l’attacco subìto a Sochi, le cui immagini sono state prontamente inserite. Fino a poco tempo fa non mi ero interessato granché alle Pussy Riot, le ritenevo uno dei tanti fenomeni di protesta caciarona che si vedono ovunque nel mondo; poi due di loro sono state arrestate e condannate a due anni di detenzione, per un concerto non autorizzato (e antigovernativo) di fronte alla cattedrale di San Basilio, e già questo mi ha colpito per la severità della pena. Come se non bastasse, una delle due, Nadja Tolokonnikova, è stata trasferita in un campo di prigionia in una non meglio specificata località della Siberia, senza possbilità di contatti con la famiglia e i giornali. Ora sono tornate libere, ma lungi dall’essere intimidite hanno provato a girare una parte del loro nuovo video a Sochi, appunto, dove i cosacchi di guardia le hanno prese a frustate (molto da cosacco, in effetti). Continua a leggere