6 film in breve

Sei film in breve, perché a volte non c’è bisogno di esaminare ogni fotogramma per esprimere un giudizio. Sei film presi un po’ a caso, tornati in mente per chissà quale motivo. Sei film di cui, attenti, potrei anche rivelare le sorprese. Sei riflessioni accumulate nel tempo, che comunque non richiedono articoli separati. Enjoy.

– ROCKY BALBOA 

Detto anche Rocky VI, profetizzato da Jerry Calà in Bomber. Sono del tutto in disaccordo con commenti tipo “Solita pappardella. Rocky è buono, Rocky si incazza, Rocky torna sul ring. Il film rimane comunque una ciofeca”“Come volevasi dimostrare, un film patetico, già visto e visto meglio. A guardarlo come un film ci si deprime soltanto, a guardarlo attraverso la folla di spettatori che ci siede davanti è un bel documento, un bel ricordo, una bella foto…” (commenti di miei amici). Il film non sarà viscerale come lo hanno presentato, né un capolavoro sotto altri aspetti, ma ciò che sembra sia sfuggito completamente è che questo capitolo finale segna una completa rottura con la saga, almeno riguardo ai capitoli di mezzo: innanzitutto non è “epico”, non ci sono avversari titanici da abbattere, non ci sono vendette o onori da riscattare, non c’è quella tensione ipertrofica ecc.. Anzi, alcuni dicono che la storia rischia di scivolare nel ridicolo, ma è già un passo avanti rispetto agli ultimi capitoli, che per quanto godibili e “di culto” avevano certe ridicolaggini…. Soprattutto, è un film molto più realistico nel proporre la boxe, e non è poco: gli allenamenti, punto forte dei precedenti film, sono ridotti e meno pressanti, quindi più credibili, contando che si tratta di un vecchio che non può ammazzarsi in palestra, contro un giovane campione che non ne ha bisogno o non crede di averne. Ma più di tutto è l’incontro ad essere girato e interpretato come un vero incontro di boxe, come se fosse trasmesso in televisione, con riprese a bordo ring con telecamera mobile, schede di statistiche, scambi di colpi ben più naturali di quelli tra Rocky e Clubber Lang o Ivan Drago, ed un finale da chiusura dello show molto più realistico. Per il resto, ricordi e nostalgie certo, ma anche bei dialoghi, come quello con il figlio rincretinito e irritante; la scelta di eliminare il sostegno morale di Rocky, Adriana, è pure un espediente interessante, come lo è il ristorante, l’ultima spiaggia dell’italo-americano che ha dato tutto, un uomo al tramonto che vuole sparare l’ultima cartuccia, anche se tra le risate di tutti. Come George Foreman, sì: io me lo ricordo quando tornò e vinse a 45 anni suonati alla faccia di tutti. Di questo film ho apprezzato sia la storia (che comunque non si gusta se non si son visti gli altri film), sia il realismo, davvero ben scelto. E poi ero convinto che morisse, specie quando ha detto “devo chiudere come ho deciso di chiudere. finisco qui e ce ne andiamo a casa”, qui ho pensato ecco, ora muore.

– APOCALYPTO 

Dal trailer che avevo visto sul sito ufficiale mi era sembrato molto ben curato esteticamente, con la tipica visione da paradiso perduto che precipita nel caos, cose che affascinano lo spettatore medio, unitamente alla violenza che costa poco e rende molto. Prospettiva manichea; esagerazione di forme sconosciute; misteriosità un po’ a buon mercato. Conoscendo il Gibson degli ultimi anni, forse c’è una morale sulle civiltà che non hanno conosciuto Cristo e sono sprofondate nell’oblio, ma ammetto che si tratta di un pregiudizio mio (corroborato, s’intende, dalla scena finale, peraltro storicamente inaccurata). Comunque già nel titolo c’è una certa scemenza, “apocalypto” è fatto apposta per dare un idea di apocalisse detto in modo strano per far pensare a qualcosa di antico ed estraneo. Per vederlo ho aspettato la TV, perché la viuuulenza mi attira, i maya pure, ma andare al cinema apposta no, proprio no. Non ci sono andato per film che mi interessavano mille volte di più, figuriamoci per questo. Però lo ho visto. Beh, mi è sembrato senza capo né coda e meno violento di quanto pensassi; comunque ho apprezzato i costumi e alcuni attori, i set e le ricostruzioni, sebbene per me quelli erano aztechi più che maya (aridaje con l’inaccuratezza storica).

– RIBELLE – THE BRAVE

[commento alla recensione di Copyisteria] “Credo che questo film sia invece ben poco disneyano: innanzitutto per l’elemento drammatico di cui sottolinei l’assenza, ossia il classico antagonista Disney, sul quale si innesta la lotta tra il bene e il male. Le produzioni fiabesche di vecchia data, così come le più recenti, propongono sempre una visione manichea della realtà, da Cenerentola contro la matrigna alla Bestia contro Gaston, da Biancaneve contro la Regina a Tiana contro il Dr. Facilier; è una costante che talvolta viene forzata in maniera imbarazzante (Hercules), ma che in The Brave manca del tutto. Questa è secondo me una differenza enorme che riflette l’eccentricità Pixar e, anzi, segna una strana novità nella tradizione Disney. Altro elemento è la protagonista. Merida è, appunto, una ribelle, una ragazza la cui lotta contro un male relativo (e di conseguenza per un bene relativo) viene combattuta in maniera attiva, in prima persona e quasi con piglio femminista. Cenerentola aspetta la fatina buona, Biancaneve il Principe Azzurro, Merida si rimbocca le maniche e cerca di prendere in mano il suo destino. Nel momento in cui lei rompe con la tradizione della principessa data in sposa al guerriero per ragioni di stato, il film rompe con la tradizione cinematografica delle trasposizioni fiabesche. Di conseguenza, questo lungometraggio mi è sembrato fortemente innovativo e diverso, spostando il punto focale della storia su una manifestazione esplicita del conflitto generazionale, andando “materialmente” al cuore del problema. […]”

– THE AMAZING SPIDER-MAN 

Un film ingiustamente sottovalutato. Certo, dopo un’intera trilogia che abbiamo imparato ad apprezzare, vedersi propinare un reboot che sembra volerla cancellare può essere straniante. Ma concordo con Egle (ne parlammo qui), è un film molto maturo e ben realizzato, più cupo e, magari, meno “caciarone”, soprattutto rispetto a Spider-man 3. Mi è piaciuta parecchio la presa di coscienza dei poteri di Peter, del tutto impreparato e sull’orlo della crisi di nervi; poi, forse perché sono un pochettino-ino-ino tradizionalista, ho apprezzato la preferenza per i lanciaragnatele rispetto alla mutazione genetica voluta da Raimi (quella lasciamola all’Uomo Ragno 2099, che è più plausibile). Comunque non c’è dubbio che i personaggi siano concepiti in maniera diversa, dandone versioni più vicine alla realtà: Peter è un nerd, ma non una macchietta come lo era inizialmente quello di Raimi, mentre Gwen è del tutto diversa non solo dalla sua versione “svampita”, ma anche da Mary Jane, una ragazza (e quindi un rapporto) completamente differente. Su tutti, come è in fondo naturale in questi film, spicca l’antagonista, Lizard. E’ sinceramente spaventoso. Nella trilogia di Raimi (che, sia chiaro, è ottima e mi piace un sacco) solo il Dr. Octopus puà stargli alla pari, sia come presenza scenica che come attore. Decisamente un film che non merita il letame che gli hanno sparso addosso.

– INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO

Eccone un altro. No, non mi è affatto dispiaciuto. Anzi, per essere una ripresa diretta di una serie ormai datata, è veramente carino. Ben realizzato come costumi, effetti speciali e sì, anche come storia. Una delle critiche più diffuse è la scelta degli alieni, che con Indy non c’entrerebbero nulla: eh già, perché invece fantasmi giudaici e divinità induiste con contorno di nazisti sono perfettamente credibili e in tema! Ma stiamo parlando di un avventuriero alla Quatermain o di un archeologo vero? Perché nel primo caso abbiamo diritto a un’avventura straordinaria, nel secondo a un documentario. Il mistero è un ingrediente fondamentale della saga, e gli alieni, specie per come sono presentati in questo film, regalano proprio quella stessa dose di mistero che prima apparteneva a stregoni e occultisti. Non vedo dove sia la differenza, non è X-Files e non pretende di esserlo. Oltretutto, quando si parla di civiltà precolombiane, i rimandi al mondo astrale sono sempre presenti, fino a stimolare dietrologie sulla corrispondenza tra divinità ed entità aliene. Quindi, perché non giocare su questo? Tant’è che per la prima volta ci sono dialoghi bellissimi di “esegesi” di simboli e rappresentazioni. Poi, gli antagonisti: rispettando il naturale invecchiamento degli attori, la storia è spostata in un’epoca posteriore e perciò ci ritroviamo nel mezzo della Guerra Fredda, contro i sovietici. Dipinti come al solito in maniera brutale, occupano però molto bene il posto che spetta loro nell’economia del film. La “sensitiva” è una macchietta? Più di chi? Più di Mola Ram?! Ma per piacere… In ogni caso, ho trovato il film molto divertente e coinvolgente, nostalgico come gran parte di quelli che riprendono vecchie saghe, ma con un buon livello di inventiva e molta più vitalità dell’altro progetto di Lucas, quella schifezza di trilogia-prequel di Guerre Stellari che ha smantellato tutti gli ottimi elementi che ha proposto.

– PARANORMAL ACTIVITY 

Il primo. Lo ho visto all’una di notte. Mi ha fatto cacare addosso. Almeno, fino a dieci secondi dalla fine. Poi hanno dovuto rovinare tutto. A ogni modo è molto meglio di The Blair Witch Project, che mi fece quasi addormentare e mi lasciò con una insoddisfazione troppo grande, dunque con una delusione enorme. Questo invece è riuscito a farmi spaventare e a non dormire con porte che scricchiolano e ombre viste con la coda dell’occhio. Unico problema: va visto una volta sola nelle condizioni giuste, cioè nel silenzio delle ore buie e solitarie, altrimenti non serve a nulla.

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6 responses to “6 film in breve

  • Giuseppepiacente

    Ciao amico! Se mi permetti, la tua analisi di The Amazing Spiderman non mi trova molto d’accordo (lo ammetto, io sono tra quelli che gli ha sparso merda addosso fin dal primo giorno) e tocca un punto che mi fa infervorare non poco ;))). Il guaio di questo The Amazing Spiderman non è tanto che si tratti di un brutto film. La pellicola in sé è anche passabile, sebbene piena zeppa di cose che ritengo inutili e copiaincollate dall’originale. Il guaio GROSSISSIMO di questo film è che si tratta di una delle più bieche e maldestre operazioni commerciali di sempre, a mio avviso. Avrà anche raggranellato milioni, ma io personalmente l’ho detestato. Come puoi, tu Marc Webb, tu produttore succhiasoldi, tu major dei miei zebedei, pensare ad un reboot neanche 5 anni dopo l’ultimo capitolo della trilogia di Raimi? Scusa se mi infervoro 🙂 Tra l’altro non mi sembra affatto che il lavoro di Raimi (soprattutto il primo capitolo, che per me resta tuttora e di gran lunga il miglior film in assoluto sull’uomo ragno) sia stato così scadente da renderne necessario un reboot. Insomma, non stiamo parlando di Superman Returns, per intenderci. Al contrario: era bellissimo lo stile irriverente e giocoso tipico di Raimi (c’era anche nei suoi “”horror””) trasportato nelle vicende di Spiderman. E invece questi signori hanno avuto il barbaro coraggio di rilanciare il franchise nel 2011. E per dirci cosa? Che il costume di Spiderman è leggermente diverso? Che esistono anche altri nemici dell’Uomo Ragno? Che Spidey le ragnatele, se guardi con attenzione, le lancia con un affare che si è costruito lui? E’ chiaro che viviamo in un mondo di nerd incalliti, ma non mi riferisco a te che avrai le tue buone ragioni per dire che ti piace. E’ come se nel 1983 qualcuno si fosse preso la briga di fare un nuovo Superman, alla facciazza di Donner e di chi (cioè il mondo intero) ormai associava la faccia di Reeve a quella di Kal El. Con affetto 😉

    • GoatWolf

      Oh, ben tornato! 🙂
      Capisco le tue rimostranze e devo dire che anch’io ho trovato assurdo un reboot così precoce, non ne vedevo il motivo; sebbene pare che abbiano cercato di fare un film basato sulle critiche dei fan del fumetto alla trilogia di Raimi. Un’operazione probabilmente volta a raggranellare altri milioni con gli scontenti. Oltretutto avrei capito di più una storia davvero alternativa, tipo un “Ultimate Spiderman” o, per farla proprio diversa, la versione del 2099. Dal trailer poi avevo davvero pensato di non guardarlo, me lo ero immaginato molto diverso. Il fatto è che però, alla fine, mi è piaciuto, anche ripensandoci e rivedendolo.

      Voglio precisare una cosa riguardo alle ragnatele, perché in verità ho cambiato gusto nel corso degli anni. Quando iniziai a leggere Spider-Man, i lanciaragnatele non mi piacevano. Mi sembrava più “ragnesco” produrle biologicamente e quindi adorai la versione del 2099. Quando uscì il primo film di Raimi, fui felice della sua scelta, che rispecchiava i miei desideri; poi però ho cominciato a chiedermi se non fosse un po’ troppo e, quando nell’Amazing ho visto la soluzione originale, ho scoperto di apprezzarla non poco. E quindi mi sono scoperto un tantino-ino-ino tradizionalista….

      E di Indy che mi dici?

  • Giuseppepiacente

    Guarda, so che non dovrei dirlo e rischio il linciaggio, ma non sono mai stato un grosso fan di Indy. Ho visto i primi film ma così, senza grosso entusiasmo. Credo sia l’unico grosso franchise che non mi ha mai “acchiappato”. Harrison Ford mi piace più in altre forme (blade runner, star wars ecc) 🙂

  • egle1967

    Anche io non ho dormito …troppo bene dopo aver visto Paranormal Activity….ti consiglio Sinister…ciao

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